Come il coding aiuta i bambini a risolvere i problemi

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L’altro giorno, mentre navigavo su Quora, mi sono imbattuta in una domanda che mi ha subito acceso una lampadina:
“Come può il coding insegnare ai bambini a risolvere i problemi?”

La discussione era ricca di punti di vista – da chi parlava di pseudocodice, a chi tirava fuori analogie con la vita reale, fino a chi citava l’effetto Tetris. Ecco, quest’ultimo mi ha colpita in particolare. Ma andiamo con ordine.Se anche tu, come me, credi che i bambini non abbiano solo bisogno di imparare a usare la tecnologia, ma anche a pensare con la testa e in modo creativo, allora seguimi in questo viaggio. Ti racconterò perché il coding può davvero diventare un’alleata potentissima per sviluppare il pensiero critico nei più piccoli.

Il pensiero computazionale: molto più del solo “coding”

Spesso si pensa che insegnare il coding significhi semplicemente insegnare a scrivere codice. In realtà, è un pretesto meraviglioso per allenare il pensiero logico.

Quando un bambino crea un progetto – ad esempio su Scratch – e cerca di far muovere un personaggio, deve:

  • Analizzare il problema: Cosa voglio che succeda?
  • Progettare una sequenza: Come posso farlo accadere?
  • Prevedere condizioni: Cosa succede se clicco prima? O se il personaggio tocca un oggetto?
  • Gestire gli errori: Perché non funziona? Cosa posso correggere?

Questo processo è una forma di allenamento mentale a tutti gli effetti. È come una palestra per il cervello, dove si esercitano attenzione, logica, creatività e pazienza.

Coding e resilienza: imparare a sbagliare (e ad aggiustare)

Uno degli aspetti più potenti del coding è che il fallimento è parte del gioco. Il famoso “debugging”, cioè la correzione degli errori, insegna ai bambini che sbagliare non è la fine, ma solo una tappa del processo.

Nella vita quotidiana, molti bambini sviluppano una certa ansia da prestazione: temono di sbagliare, di non essere all’altezza, di deludere. Ma con il coding, ogni errore è un’opportunità di apprendimento.E spesso, mentre cercano di risolvere un problema, trovano soluzioni che non avevano previsto. Questo allena non solo la logica, ma anche la flessibilità mentale e il pensiero laterale.

Il cervello che continua a lavorare anche quando non ci pensi: l’Effetto Tetris

Tra le tante risposte su Quora, una citava l’Effetto Tetris. Per chi non lo conoscesse: è un fenomeno studiato in cui, dopo aver giocato molto a Tetris, le persone continuano a “vedere” i blocchi anche nella mente – durante la veglia o addirittura nei sogni.

È la prova di quanto il nostro cervello sia bravo a rielaborare. Quando affrontiamo un problema ripetutamente, la mente continua a lavorarci su, anche mentre dormiamo, corriamo o stiamo facendo tutt’altro.Ed è questo uno degli insegnamenti più belli che possiamo dare ai bambini attraverso il coding:
fare un passo indietro, darsi tempo, fidarsi del cervello.

I bambini come piccoli ingegneri

Chi fa coding non è solo uno che scrive righe di codice. È un piccolo ingegnere del pensiero.I bambini, quando imparano a programmare, iniziano a ragionare proprio così: vogliono capire perché qualcosa succede, cosa c’è dietro, come possono farlo meglio.
Ed è meraviglioso vederli all’opera anche in classe: molti insegnanti mi raccontano che i bambini più timidi trovano nel coding un modo per esprimersi, mentre quelli più “agitati” riescono a incanalare la loro energia in progetti creativi e strutturati.

In classe, a casa o in sogno: la mente non smette mai di imparare

Ecco perché credo profondamente che il coding vada oltre la tecnologia.
È un modo di imparare a pensare, a risolvere, a creare.
Ed è bellissimo che tutto questo possa succedere divertendosi.

In conclusione

Sono d’accordo con chi ha detto che il coding insegna ai bambini a scomporre problemi complessi, cercare soluzioni creative e non arrendersi davanti agli errori. Ma la parte che mi ha colpito di più è l’analogia con Tetris e l’effetto che ha sul cervello: quella magia per cui il cervello continua a lavorare sui problemi anche mentre dormiamo o corriamo. È pazzesco pensare che imparare a risolvere puzzle – anche digitali – possa accendere così tanto la nostra mente da farci “sognare soluzioni”.

Ed è proprio questo uno degli insegnamenti più preziosi del coding: fare un passo indietro, dare tempo al cervello, lasciargli spazio per ragionare. I bambini che imparano a programmare imparano anche a fidarsi di questo processo. Non si tratta solo di imparare a scrivere codice, ma di coltivare un modo di pensare: analitico, paziente e creativo.Quindi sì, insegnare il coding ai bambini non è solo un modo per prepararli al futuro, ma anche per allenare la mente ad affrontare il mondo – problema dopo problema, come linee da allineare in un gioco di Tetris.

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